venerdì 21 agosto 2015

Cronachette di un viaggio in Italia * Darfo * Naquane in Valcamonica * Montisola * Darfo

Valcamonica
21 agosto 2015

Valcamonica
Darfo * Naquane in Valcamonica * Montisola * Darfo


Ci svegliamo in una giornata perfetta per esplorare la Valcamonica e le iscrizioni rupestri. 

Ci dirigiamo verso Naquane, luogo che ci era stato suggerito quale sito di particolare interesse. 

Appena arriviamo abbiamo la sensazione che le teorie evolutive potrebbero, in alcuni casi, avere delle falle. Parcheggiamo ed entriamo nel sito archeologico. 

Valcamonica
Alla biglietteria ci viene spiegato che le iscrizioni coprono un periodo di circa otto millenni e testimoniano un incontro tra i Camuni, gli Etruschi e gli antichi Romani. 

Valcamonica
A quanto ci viene detto e da quello che possiamo leggere abbiamo la netta sensazione che gli archeologi brancolino nel buio più assoluto. 

Non riusciamo subito a capire come leggere le iscrizioni, come vederle e ci sembra strano che non vi sia neanche una guida del parco. 

Ci sono però delle persone addette ad alcune spiegazioni, per le guide sarebbe stato necessario chiedere ad un'associazione privata. 

Valcamonica
Iscrizioni rupestri Valcamonica
Riusciamo finalmente a scorgere le prime incisioni, l'emozione è forte, i disegni sono ancestrali e richiamano inevitabilmente qualcosa che è in noi, qualcosa che per un motivo a noi oscuro è parte della nostra cultura di esseri abitanti del Pianeta Terra. 

Sembrano segni di bambini di qualunque angolo del mondo ma c'è di più, è una forma di atavico desiderio di conoscenza e comunicazione, di ritualità e immersione in dimensioni che sembrano essere lontanissime eppure comprensibili a livello istintuale. 

Iscrizioni rupestri Valcamonica
Non le comprendiamo razionalmente eppure ci sembrano leggibilissime, non tanto perché ne abbiamo viste di simili sui sillabari di scuola, quando cercavano di spiegarci la preistoria, ma perché esprimono un simbolismo universale. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Ci vorrebbe un moderno Giuseppe Tucci per decifrarne il significato effettivo e anche per capire se vi sia o meno un collegamento, che a noi appare evidente nella nostra totale ignoranza degli idiomi asiatici, con la lingua cinese o giapponese. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Ci sembra lampante che le popolazioni camune avessero un rapporto con gli animali simile a quello che si narra avessero le popolazioni nomadi, gli zingari che sussurravano ai cavalli, riuscendo a farsi seguire verso luoghi lontani da stalle sicure. 

Iscrizioni rupestri Valcamonica
Pare che riuscissero a cavalcare i cervi, animali che consideravano alla stregua di divinità invincibili, ben strano rapporto col sacro rispetto a quello delle successive popolazioni prostrate alla forza divina e certamente non in grado di interagirvi al punto di addomesticarla. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Il nome del dio-cervo Cernunnos ci fa inevitabilmente pensare al CERN di Ginevra, così come le forme ad anelli che ha qualunque cosa in Valcamonica, dal formaggio ai centrini. In effetti l'accostamento non sarebbe così ovvio, soprattutto pensando che stiamo parlando degli albori della conoscenza umana e delle frontiere più avanzate di tale conoscenza ma lì per lì ci sembra palese. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Chissà perché. 

Pannello esplicativo Naquane
Cernunnos è una divinità presente in molte popolazioni del Nord Europa, c'è chi ritiene che vi siano degli analoghi in tutte le culture indo-europe, ma quello camuno risalente, pare, al primo millennio a.C., pare sia il più antico finora rinvenuto in Europa. 

Quello che ci impressiona moltissimo è che non c'è stata all'apparenza una forma di evoluzione del linguaggio nelle incisioni camune nel giro di ottomila anni, in un periodo in cui l'evoluzione della storia umana ha fatto passi da gigante in altri luoghi. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Pannello
Ci sembra poco realistico perché è evidente che vi sono stati degli sviluppi tecnologici notevoli, la ruota, il carro, l'aratro, che hanno come caratteristica la stanzialità, quindi una condizione che porta di necessità ad uno sviluppo delle tecniche comunicative e ad una qualche forma di narrazione, anche per immagini. 

Pannello
I segni in Valcamonica sembrano immobili nei secoli, nei millenni. 

Per noi, nati in un'epoca di cambiamenti velocissimi e abituati a cogliere le differenze nell'arte pittorica dei secoli precedenti nel nostro stesso tessuto urbano di privilegiatissimi cittadini della bella Italia, è qualcosa di molto poco comprensibile. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Abbiamo la sensazione che ci sia dell'altro, che quelle figure così uguali a sé stesse nel corso dei millenni siano soltanto dei simboli di ritualità tramandate nel tempo e che non vi sia stata una società tanto statica nella sua capacità di raccontarsi e di lasciare traccia di sé. 

Certo il rapporto che queste popolazioni dovevano avere con la natura somiglia in modo impressionante a quello che sappiamo delle popolazioni indigene dell'America del Nord, una relazione di comprensione profonda, quasi di unione totale con gli animali, le piante, i ritmi stagionali. 
Iscrizioni rupestri Valcamonica

Valcamonica
Poco interesse, ci è sembrato, per le stelle e per l'astronomia, nonostante vi sia stata una qualche forma di comprensione dei principi matematici che si evidenzia in incisioni di scale, tra l'altro molto rassomiglianti a quelle degli stemmi scaligeri, che ci sembra che siano stati usati anche con una funzione di pallottolieri o simili. 

Usciamo un po' stanchi di tanta monotonia, per quanto sia atavicamente e ancestralmente interessantissima. 

Montisola
Le montagne intorno a noi ci invitano ad una bella passeggiata, torniamo verso l'appartamentino, mangiamo, ci prendiamo un bel caffè e via verso il lago d'Iseo e Montisola. 

Montisola
Arriviamo all'imbarco ma non c'è verso di trovare parcheggio, gironzoliamo un po' litigando un numero eccessivo di volte finché troviamo un posto per la macchina. 

Montisola
Ci separiamo, prendiamo il traghetto in momenti diversi e visitiamo Montisola cercandoci tramite un dispettosissimo telefono che non ci fa incontrare fino all'imbarco per tornare verso la terraferma. 

Montisola
Claudio si inerpica verso il monastero e Valentina fa il giro più leggero, sul lungolago, cercandoci invano. 

Alla fine del pomeriggio da soli ci rincontriamo, un senso di vuoto, di mancanza, di qualcosa che non funziona. 

Queste vacanze non ci stanno facendo rilassare. 

Cominciamo a pensare che forse non sono state una scelta giusta. 

Montisola
Torniamo verso l'appartamentino pregustandoci i casoncelli della sagra, che però non ci ispira punto, per cui optiamo per un gelato di montagna, con la speranza che a Valentina non faccia male, e una pasta col tonno preparata da noi. 

Cerchiamo la ragazza per pagarle quanto pattuito per il soggiorno ma non la troviamo, andiamo a letto dopo un veloce giro nel paesino.  

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