Annemasse
* Lago Lemàno (Lac Léman) * Thonon-les-Bains * Évian-les-Bains *
Saint Gingolph * Montreux * Losanna * Vigneti UNESCO di Lavaux *
Saint Prex * Nyon * Ginevra * Annemasse
Ci
svegliamo ad un orario decente ma, tra una cosa e l'altra, non
usciamo prima della tarda mattinata.
Prendiamo la macchina dopo essere passati dalla reception, dove c'era aria di festa grande, per riattivare la chiave del parcheggio.
Andiamo dunque verso il lago Lemàno, area francese. Per la strada incontriamo alcuni ipermercati e ci fermiamo a comprare spugnette, piatti, bicchieri e posate di plastica.
Prendiamo la macchina dopo essere passati dalla reception, dove c'era aria di festa grande, per riattivare la chiave del parcheggio.
Andiamo dunque verso il lago Lemàno, area francese. Per la strada incontriamo alcuni ipermercati e ci fermiamo a comprare spugnette, piatti, bicchieri e posate di plastica.
Thonon-les-Bains
è un posto molto carino ma non ci fermiamo perché non troviamo
parcheggio, facciamo in tempo a notare che qui ci sono bacheche
pubbliche nelle piazze principali dedicate alla pubblicità delle
attività delle associazioni locali. Altri pianeti.
C'è un castello
medievale, un borghetto grazioso dove si sta svolgendo il mercato
settimanale.
Ad Évian-les-Bains rimaniamo incantati dalla bellezza
delle strutture, palazzi quasi tutti in stile liberty e fin-de-siècle
che emanano ricchezza e opulenza elegante, un centro culturale da far
invidia al Teatro Ariston di Sanremo.
Non saranno però questi i
motivi per cui ricorderemo la città che imbottiglia una delle acque
più costose del Pianeta.
Parcheggiamo sul lungolago e non resistiamo alla tentazione di mangiare una crepe appena fatta in un chioschetto tra le aiuole perfette, il ragazzo, molto gentile, prende le ordinazioni e prepara le crepes con maestria, con il prosciutto cotto per Claudio e con la marmellata di fragole per Valentina.
Parcheggiamo sul lungolago e non resistiamo alla tentazione di mangiare una crepe appena fatta in un chioschetto tra le aiuole perfette, il ragazzo, molto gentile, prende le ordinazioni e prepara le crepes con maestria, con il prosciutto cotto per Claudio e con la marmellata di fragole per Valentina.
Le mette
sui piatti e ops quella con la marmellata cade su un vassoio sporco,
poco male, siamo in Francia 'désolé', dice, e gentilmente la
rimette sul piatto prendendola rigorosamente con le mani.
Claudio
guarda Valentina con terrore immaginando una litigata franco-italiana
da incidente diplomatico, lei con nonchalance chiede al ragazzo di
rimetterla sulla piastra.
Lui non capisce e pensa di averla cotta
poco.
Dopo qualche minuto le chiede se ora la cottura va bene e lei con una tranquillità che fa ricominciare a respirare normalmente Claudio risponde 'non era per la cottura, è per disinfettarla'.
Il
francese si sente colpito nel suo orgoglio gallico ma non lo fa
vedere se non con un 'oh' che esprime il disappunto di un transalpino
che non è riuscito a soddisfare una cliente, e tanto meno ad
ammaliarla col fascino un po' cupo di questa parte d'Europa.
Capiamo
che il concetto di pulizia è molto diverso da una parte all'altra di
queste frontiere che non ci sono più, all'apparenza.
Proseguiamo e
ci fermiamo a Saint Gingolph, troviamo una comoda panchina
dove apparecchiamo per mangiare qualcosa che avevamo preparato
nell'appartamento.
Valentina studia diligentemente un po' di chitarra
mentre persone lì intorno fanno il bagno o pescano.
Anatre,
passerotti, cigni e gabbiani pasteggiano con i pezzi della
costosissima e gommosa baguette svizzera pagata ben 3,70 CHF a fronte
dei 0,85 €cent di quelle francesi, croccanti e soffici.
Due
giapponesi, in questo settantesimo anniversario di Hiroshima e
Nagasaki, si siedono accanto a noi e registrano Claudio che prova una
canzone dei Led Zeppelin e una dei Pink Floyd mentre Valentina si è
appisolata sotto il suo cappello verde.
Ripartiamo e scopriamo un
parco giochi acquatico fantastico, è tardi, mancano meno di
due ore alla chiusura e non avremmo neanche il tempo di esplorarne un
quarto per cui decidiamo di tornarci, forse, un'altra volta.
Sosta a
Montreux nei luoghi che hanno ispirato le note di uno tra i brani più
famosi dei Deep Purple e della storia del rock.
Intoniamo Smoke on
the Water proprio davanti al Casinò e dal lago un traghetto a vapore
con la ruota sembra risponderci con un suono.
Foto alla statua di Freddy Mercury che è proprio davanti alla statua dinamica dedicata al fondatore del Festival di Montreux e ad una rotonda di legno dove bambini lasciati liberi da costrizioni sociali si divertono ridendo come soltanto i bambini sanno fare e lanciandosi in pericolosi tuffi, Santa Pupa non ha frontiere.
Foto alla statua di Freddy Mercury che è proprio davanti alla statua dinamica dedicata al fondatore del Festival di Montreux e ad una rotonda di legno dove bambini lasciati liberi da costrizioni sociali si divertono ridendo come soltanto i bambini sanno fare e lanciandosi in pericolosi tuffi, Santa Pupa non ha frontiere.
Acquistiamo
ben 3 cioccolatini alla modica cifra di 4,70 CHF, chiediamo alla
commessa come facciano le persone normali a vivere in Svizzera e
scopriamo che è molto semplice, vivono in Francia.
Montreux e un po'
tutte le città del Paese degli orologiai è piena di arabi e di
arabe truccatissime ed equipaggiate di hijab, veli e altre prigioni
portatili per donne.
Ripartiamo per arrivare a Losanna, più grande
di quanto ci aspettassimo anche se molto poco accogliente.
Riusciamo
a vedere una cattedrale dall'esterno, nella città vecchia.
Da lì arrivano note di organo e voci ma i cantori e i musici sono tappati dentro e così ce ne andiamo, impressionati soltanto dalla grandezza e varietà didattica della locale università.
Da lì arrivano note di organo e voci ma i cantori e i musici sono tappati dentro e così ce ne andiamo, impressionati soltanto dalla grandezza e varietà didattica della locale università.
Proseguiamo
il nostro giro del lago Lemàno fino ai vigneti di Lavaux, molto
suggestivi, a picco sull'acqua e disseminati di costruzioni basse in
pietra.
Ci stupiamo parecchio nell'apprendere che sono stati
dichiarati Patrimonio UNESCO, in confronto ad altri meno blasonati
luoghi italiani sono 'carini' ma decisamente niente di più, non
raggiungono neanche minimamente gli standard applicati in Italia per
il medesimo riconoscimento internazionale.
Ci inoltriamo a piedi tra
le stradine che portano in paese in mezzo alle vigne da cui emana un
piacevole sentore di zolfo. I grappoli sono ancora acerbi, i chicchi
piccoli e tondi.
Stanchi e affannati giungiamo in un baretto dove chiediamo un tè freddo e un bicchiere di vino locale, non male ma, nota Claudio, Giovannino 'lo sa fa' meju'.
Stanchi e affannati giungiamo in un baretto dove chiediamo un tè freddo e un bicchiere di vino locale, non male ma, nota Claudio, Giovannino 'lo sa fa' meju'.
In altre parole, il vino è buono anche se manca un po' di carattere e di corposità, forse anche per il poco sole, potrebbe essere più gradevole abbinato alla locale Gruyere.
Di certo 30 euro a bottiglia sono più che eccessivi soprattutto se comparato al vino delle Cinque Terre o ad altri vini italiani più conosciuti, molto più buoni e anche piuttosto più economici.
Torniamo verso la macchina e Valentina riesce finalmente a
mettere i piedi nel lago, continuiamo la nostra esplorazione
arrivando a Saint Prex, un borgo medievale scoperto da Claudio grazie
alla sua capacità innata di scovare strade e luoghi.
Semplicemente
bello.
Stradine e casette, spiagge piccole, pulite e ordinate da cui
emana una sensazione di armonia.
Finalmente.
Finalmente.
Ci ripromettiamo di tornare per un pic-nic.
Per arrivare a Nyon attraversiamo vigneti e
qualche campo di girasoli sparsi qua e là, tanto per dare un po' di
colore al verde imbiancato dallo zolfo da cui fanno capolino scuri
grappoli ancora acerbi.
La cittadina è fiera del suo passato imperiale
e su una collina campeggiano ben due colonne romane con architrave in
marmo bianco illuminate a giorno, sicuramente è molto graziosa ma
purtroppo non troviamo parcheggio e ci avviamo verso Annemmasse.
Passiamo per Ginevra, illuminata da giostre e luminarie per la festa
cittadina, unica occasione per sfoggiare l'opulenza e la ricchezza
che si cela dietro ai grigi palazzi senza fronzoli, scatole
imbruttite dalla ruvidità di banchieri senza scrupoli.
Non ci ispira
molto.
Stanchi
e contenti per una bella gita mangiamo un po' di pasta, una doccia e
a letto.
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