giovedì 6 agosto 2015

Cronachette di un viaggio in Europa * Francia e Svizzera * Annemasse * Lago Lemàno (Lac Léman) * Thonon-les-Bains * Évian-les-Bains * Saint Gingolph * Montreux * Losanna * Vigneti UNESCO di Lavaux * Saint Prex * Nyon * Ginevra * Annemasse

6 agosto 2015

Annemasse * Lago Lemàno (Lac Léman) * Thonon-les-Bains * Évian-les-Bains * Saint Gingolph * Montreux * Losanna * Vigneti UNESCO di Lavaux * Saint Prex * Nyon * Ginevra * Annemasse

Ci svegliamo ad un orario decente ma, tra una cosa e l'altra, non usciamo prima della tarda mattinata.

Prendiamo la macchina dopo essere passati dalla reception, dove c'era aria di festa grande, per riattivare la chiave del parcheggio.

Andiamo dunque verso il lago Lemàno, area francese. Per la strada incontriamo alcuni ipermercati e ci fermiamo a comprare spugnette, piatti, bicchieri e posate di plastica.

Thonon-les-Bains è un posto molto carino ma non ci fermiamo perché non troviamo parcheggio, facciamo in tempo a notare che qui ci sono bacheche pubbliche nelle piazze principali dedicate alla pubblicità delle attività delle associazioni locali. Altri pianeti.
 
C'è un castello medievale, un borghetto grazioso dove si sta svolgendo il mercato settimanale.
  
Ad Évian-les-Bains rimaniamo incantati dalla bellezza delle strutture, palazzi quasi tutti in stile liberty e fin-de-siècle che emanano ricchezza e opulenza elegante, un centro culturale da far invidia al Teatro Ariston di Sanremo.
 
Non saranno però questi i motivi per cui ricorderemo la città che imbottiglia una delle acque più costose del Pianeta.

Parcheggiamo sul lungolago e non resistiamo alla tentazione di mangiare una crepe appena fatta in un chioschetto tra le aiuole perfette, il ragazzo, molto gentile, prende le ordinazioni e prepara le crepes con maestria, con il prosciutto cotto per Claudio e con la marmellata di fragole per Valentina.
 
Le mette sui piatti e ops quella con la marmellata cade su un vassoio sporco, poco male, siamo in Francia 'désolé', dice, e gentilmente la rimette sul piatto prendendola rigorosamente con le mani.
 
Claudio guarda Valentina con terrore immaginando una litigata franco-italiana da incidente diplomatico, lei con nonchalance chiede al ragazzo di rimetterla sulla piastra.

Lui non capisce e pensa di averla cotta poco.

Dopo qualche minuto le chiede se ora la cottura va bene e lei con una tranquillità che fa ricominciare a respirare normalmente Claudio risponde 'non era per la cottura, è per disinfettarla'.
 
Il francese si sente colpito nel suo orgoglio gallico ma non lo fa vedere se non con un 'oh' che esprime il disappunto di un transalpino che non è riuscito a soddisfare una cliente, e tanto meno ad ammaliarla col fascino un po' cupo di questa parte d'Europa.
 
Capiamo che il concetto di pulizia è molto diverso da una parte all'altra di queste frontiere che non ci sono più, all'apparenza.
 
Proseguiamo e ci fermiamo a Saint Gingolph, troviamo una comoda panchina dove apparecchiamo per mangiare qualcosa che avevamo preparato nell'appartamento.
 
Valentina studia diligentemente un po' di chitarra mentre persone lì intorno fanno il bagno o pescano.
 
Anatre, passerotti, cigni e gabbiani pasteggiano con i pezzi della costosissima e gommosa baguette svizzera pagata ben 3,70 CHF a fronte dei 0,85 €cent di quelle francesi, croccanti e soffici.
 
Due giapponesi, in questo settantesimo anniversario di Hiroshima e Nagasaki, si siedono accanto a noi e registrano Claudio che prova una canzone dei Led Zeppelin e una dei Pink Floyd mentre Valentina si è appisolata sotto il suo cappello verde.
 
Ripartiamo e scopriamo un parco giochi acquatico fantastico, è tardi, mancano meno di due ore alla chiusura e non avremmo neanche il tempo di esplorarne un quarto per cui decidiamo di tornarci, forse, un'altra volta.
 
Sosta a Montreux nei luoghi che hanno ispirato le note di uno tra i brani più famosi dei Deep Purple e della storia del rock.
 
Intoniamo Smoke on the Water proprio davanti al Casinò e dal lago un traghetto a vapore con la ruota sembra risponderci con un suono.

Foto alla statua di Freddy Mercury che è proprio davanti alla statua dinamica dedicata al fondatore del Festival di Montreux e ad una rotonda di legno dove bambini lasciati liberi da costrizioni sociali si divertono ridendo come soltanto i bambini sanno fare e lanciandosi in pericolosi tuffi, Santa Pupa non ha frontiere.

Acquistiamo ben 3 cioccolatini alla modica cifra di 4,70 CHF, chiediamo alla commessa come facciano le persone normali a vivere in Svizzera e scopriamo che è molto semplice, vivono in Francia.
 
Montreux e un po' tutte le città del Paese degli orologiai è piena di arabi e di arabe truccatissime ed equipaggiate di hijab, veli e altre prigioni portatili per donne.
 
Ripartiamo per arrivare a Losanna, più grande di quanto ci aspettassimo anche se molto poco accogliente.
 
Riusciamo a vedere una cattedrale dall'esterno, nella città vecchia.

Da lì arrivano note di organo e voci ma i cantori e i musici sono tappati dentro e così ce ne andiamo, impressionati soltanto dalla grandezza e varietà didattica della locale università.

Proseguiamo il nostro giro del lago Lemàno fino ai vigneti di Lavaux, molto suggestivi, a picco sull'acqua e disseminati di costruzioni basse in pietra.
 
Ci stupiamo parecchio nell'apprendere che sono stati dichiarati Patrimonio UNESCO, in confronto ad altri meno blasonati luoghi italiani sono 'carini' ma decisamente niente di più, non raggiungono neanche minimamente gli standard applicati in Italia per il medesimo riconoscimento internazionale.
 
Ci inoltriamo a piedi tra le stradine che portano in paese in mezzo alle vigne da cui emana un piacevole sentore di zolfo. I grappoli sono ancora acerbi, i chicchi piccoli e tondi.

Stanchi e affannati giungiamo in un baretto dove chiediamo un tè freddo e un bicchiere di vino locale, non male ma, nota Claudio, Giovannino 'lo sa fa' meju'.

In altre parole, il vino è buono anche se manca un po' di carattere e di corposità, forse anche per il poco sole, potrebbe essere più gradevole abbinato alla locale Gruyere.

Di certo 30 euro a bottiglia sono più che eccessivi soprattutto se comparato al vino delle Cinque Terre o ad altri vini italiani più conosciuti, molto più buoni e anche piuttosto più economici.
 
Torniamo verso la macchina e Valentina riesce finalmente a mettere i piedi nel lago, continuiamo la nostra esplorazione arrivando a Saint Prex, un borgo medievale scoperto da Claudio grazie alla sua capacità innata di scovare strade e luoghi.
Semplicemente bello.
 
Stradine e casette, spiagge piccole, pulite e ordinate da cui emana una sensazione di armonia.

Finalmente.

Ci ripromettiamo di tornare per un pic-nic.
 
Per arrivare a Nyon attraversiamo vigneti e qualche campo di girasoli sparsi qua e là, tanto per dare un po' di colore al verde imbiancato dallo zolfo da cui fanno capolino scuri grappoli ancora acerbi.
 
La cittadina è fiera del suo passato imperiale e su una collina campeggiano ben due colonne romane con architrave in marmo bianco illuminate a giorno, sicuramente è molto graziosa ma purtroppo non troviamo parcheggio e ci avviamo verso Annemmasse.  
 
Passiamo per Ginevra, illuminata da giostre e luminarie per la festa cittadina, unica occasione per sfoggiare l'opulenza e la ricchezza che si cela dietro ai grigi palazzi senza fronzoli, scatole imbruttite dalla ruvidità di banchieri senza scrupoli.
 
Non ci ispira molto.

Stanchi e contenti per una bella gita mangiamo un po' di pasta, una doccia e a letto.

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