mercoledì 15 agosto 2018

Cronachette di un viaggio in Italia. Francavilla al Mare * Lanciano * Francavilla al Mare


15 agosto 2018

Francavilla al Mare * Lanciano * Francavilla al Mare

Ci svegliamo intorno alle otto, il tempo è variabile, l’arietta fresca, non è l’ideale per andare al mare. Facciamo colazione, svolgiamo alcune faccende domestiche, inizia a piovere e usciamo diretti verso Lanciano. Papà Claudio vuole andare a vedere il Polo Museale, Mamma Valentina, che si è scottata una mano preparando polpette di melanzane e di tonno, insiste sull’eventualità che a Ferragosto i musei siano chiusi ma Papà Claudio è convinto del contrario: ha consultato internet sul suo telefonino, che non ha intenzione di collegarsi al computer, “e su Google c’è scritto che è aperto”. Crichiamo gli Stokke, il Cam e il beauty case Samsonite sulla Ford Focus SW e partiamo tra fulmini e saette. Attraversiamo il ponte autostradale con un po’ di soggezione, dopo quello che è accaduto a Genova. Giulia strilla dall’alto del suo Bebè Confort e placa il suo disappunto giocando col libro parlante che le hanno regalato i parenti franco-abruzzesi. Arriviamo a Lanciano, il Polo Museale è chiuso, Mamma Valentina stringe il siberino, che nel frattempo si è scaldato, e cerca di mordersi la lingua per non recriminare, cosa che le riesce alquanto complicata dopo una serie di affermazioni, azioni e lamentazioni da parte di Papà Claudio. Il centro del paese è molto carino, troviamo parcheggio e quasi subito da discutere con un oriundo ma anche un bar dove ci forniscono indicazioni sulla farmacia di turno, dove riusciamo a trovare una crema e Mamma Valentina può finalmente abbandonare il siberino ormai decisamente caldo. Torniamo verso il centro di Lanciano, facciamo una colazione senza infamia e senza lode al Bar Portici, chiacchieriamo con tre donne di cosa vedere, poi ci incamminiamo tra le viuzze del borgo antico, molto carino e ben tenuto. Individuiamo un’osteriola dall’evocativo nome Patria, tra straduzze con nomi che evocano il Risorgimento ed una certa predilezione per Garibaldi e Mazzini, Cavour rimanendo relegato ad un vico stretto e angusto. È piena per cui continuiamo il nostro giro, quando torniamo si è liberato un posto. Mangiamo un’ottima melanzana alla parmigiana e un pasto completo casareccio e, anche questo, senza infamia e senza lode, ma il ristorantino è da vedere assolutamente. Il locale ha oltre un secolo, è stato rilevato da una famiglia di ristoratori che ai caotici ritmi milanesi di un grande ristorante hanno preferito la tranquillità di un localino semplice, alla buona. A Mamma Valentina viene in mente un libro irlandese con una storia simile anche se a Lanciano è completamente declinata al femminile. Quando usciamo la chiesa del Miracolo eucaristico è aperta, proseguiamo il giro verso l’altra parte del borgo, dunque ci fermiamo a prendere un prosecco e un aperitivo analcolico, che consiste in una centrifuga di cocomero, nel bar Portici, per la “modica” cifra di 12 euro. Torniamo a Francavilla dove ci addormentiamo senza colpo ferire fino al mattino.

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