8 agosto 2018
Francavilla al Mare * Roccascalegna * Lago di Bomba *
Pietraferrazzana * Francavilla al Mare
Ci svegliamo intorno alle otto, ci prepariamo e andiamo
subito al mare. L’acqua è freddina e facciamo un bagno veloce. Giulia non vuol
più saperne del salvagente, preferisce ‘nuotare’ in braccio a Mamma Valentina
e, preferibilmente, Papà Claudio. Usciamo dall’acqua, ci asciughiamo un po’,
giusto il tempo di una poppata e torniamo verso l’appartamento, sta per
arrivare Luigi con il trapano necessario a sistemare la rete sui balconi e a
recuperare il riduttore di presa elettrica che era inavvertitamente rimasto
attaccato alle attrezzature per la pulizia utilizzate ieri. Trascorriamo la mattinata
tra toilette, preparazione del pranzo, ferramenta e lavori domestici, anche
cercando invano di aggiustare una tapparella. Decidiamo di uscire per una gita
nel primo pomeriggio con la Ford refrigerata dall’aria condizionata e ci
dirigiamo verso Roccascalegna, un luogo a dir poco suggestivo che evoca, tra
l’altro, fantastici paesaggi scozzesi. Il borgo di per sé già meriterebbe una
gita e la rocca, a picco su uno sperone e con affaccio sulla Majella e sulla
Val di Sangro, è bellissima. Un tempo scozzese, con nuvoloni neri, fulmini
feroci e un vento fiabesco rendono la visita a questo luogo ancor più
emozionante. Il tempo e lo spazio sembrano sospesi tra realtà e fantasia, i
confini dimensionali paiono labili sfumature nebulose. Ci fermiamo in un forno,
mentre Mamma Valentina e Giulia comodamente accoccolata nel marsupio Stokke
acquistano pane, crispille e caciove, Papà Claudio incontra una anziana donna
che gli chiede di aiutarla a mettere al riparo alcuni vasi di fiori, cosa che
farebbe di slancio ma che non fa per le incomprensibilmente prepotenti
insistenze della vecchietta. Ripone il Cam leggero nella Ford e riprende Mamma
Valentina e Giulia. Ripercorriamo la strada fino al punto in cui avevamo scorto
una spiaggia pedemontana, cerchiamo sulla cartina e capiamo che è il Lago di
Bomba. Ci dirigiamo verso quell’ameno luogo. Parcheggiamo in un luogo che
dev’esser stato un bivacco, le tracce di un fuoco protetto da pietre sistemate
a guisa di forno. Il lago sembra una pista per Canadair che si riforniscono
evidentemente per sedare gli incendi probabilmente causati dalla tempesta di
fulmini e saette. A Papà Claudio evoca il Lago di Lochness, a Mamma Valentina
le immagini del parco canadese di Banff. Notiamo una pietra con intorno un
paesino nell’altra riva e decidiamo di andare e vedere cos’è. Papà Claudio
individua il posto: Pietraferrazzana. Appena arriviamo Mamma Valentina non
resiste alla tentazione di giocare a campana su una terrazzina panoramica dove
stanno facendo salotto alcuni newyorkesi e californiani di origine abruzzese.
Giulia trova subito la scusa per giocare a pallone. I Canadair si susseguono
incessantemente. Chiacchieriamo un po’ e poi andiamo a vedere il paesino che
cela una chiesetta, ristrutturata una ventina d’anni fa in modo alquanto sfarzoso
con marmi policromi, stucchi dorati, statue abbellite da vesti riccamente
ricamate, un portale bronzeo scolpito degno delle più rinomate cattedrali. Il
contrasto tra la semplicità delle abitazioni, per lo più casucce abbarbicate
intorno allo sperone roccioso, e la chiesetta è alquanto stridente. Salutiamo
gli americani e torniamo verso Francavilla al Mare, spizzicando un po’ di
caciove e scrippille. Troviamo parcheggio non lontano dal Pontile Sirena dove
c’è il Guitar Festival, ritiriamo i pensierini ordinati dal ceramista Bontempo
e mangiamo al Siren’s Corner godendo la musica suonata da musicisti che sanno
utilizzare gli strumenti del mestiere e proseguiamo la disquisizione sulla
definizione di Commedia dell’Arte proposta dal mascheraio Santelli che Mamma
Valentina contesta largamente. Incontriamo militari e varia umanità. Torniamo
verso l’appartamento senza riuscire, per l’ennesima volta, a collegare il
computer utilizzando il telefono come modem.
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